Il lavoro della scultrice Mirta Carroli, nata a Brisighella e bolognese di adozione, è incentrato sullo studio di
forme ancestrali, quasi primordiali, che si rifanno al mito e alla vita quotidiana dell’uomo, evocando le antiche civiltà
Dall’osservazione dei meravigliosi affreschi nel Salone del Ciclo dei Mesi di Palazzo Schifanoia, l’Artista ha colto l’incredibile presenza di numerosissime forme di uccelli posati in ogni luogo rappresentato,
ciascuno con un preciso significato esoterico, altro tema fondamentale della ricerca artistica di Mirta Carroli.
Le opere che compongono l’esposizione sono quindi ispirate alle forme, al canto e al volo degli uccelli,
tema ricorrente e ampiamente indagato nella storia dell’arte della scultura, ma in questo caso con stretto
riferimento agli uccelli degli affreschi.
Il ferro e l’acciaio corten sono i materiali che l’artista utilizza per le sue forme forti e leggere, che occuperanno le sale interne del Palazzo e il suo giardino, dove raggiungeranno le grandi dimensioni.
Laureata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, per diversi anni titolare di cattedra in Discipline
Plastiche presso il Liceo Artistico “Francesco Arcangeli” e di Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle
Arti di Bologna. Nel 1999 le viene conferito dall’Università, dal Circolo Artistico di Bologna e della Fondazione
Marconi il Premio Marconi per la scultura.
Tra le numerose esposizioni personali, dal 1991 alla Galleria Juliet di Trieste, a quella ricca di opere installate nel parco di Villa Fidelia presso Spello nel 1995 a cura di Vittoria Coen; la presentazione de “La grande promessa in forma di aratro” all’Associazione Italo-Francese di Bologna, la realizzazione dell’opera di grandissime dimensioni, “Il tempio delle voci” presso Brufa di Torgiano nel 1997 su invito del critico d’arte
e curatore Giorgio Bonomi. Nel 1999 espone nel chiostro di San Giovanni in Monte a Bologna per il Premio Marconi e l’anno successivo viene invitata con sculture e disegni all’Istituto italiano di cultura a Bruxelles.
Nel 2000 la Galleria Studio G7 presenta a Bologna la sua personale dedicata ai “Rilievi”; nel 2003 è presente all’inaugurazione della nuova sede della Raccolta Lercaro a Bologna con la scultura “Il volo, la luce”. Nel 2004 “Nel tempio” e nel 2007 “Tribale” presso la Galleria Plurima di Udine.
Nel 2007 presso il Mooma di Shanghai realizza in performance un grande disegno su seta per il Consolato
Italiano. Nel 2008 presenta a Brisighella, sua città natale, una sua prima antologica “l’Alfabeto del Grano”
con sculture e installazioni sul territorio a cura di Pietro Bellasi e Giorgio Bonomi. Viene invitata dal curatore
Franco Batacchi a realizzare per l’anno 2009 il grandioso allestimento di sue scultore presso il Castello di
Pergine Valsugana “La persistenza del Segno”.
Tra le più significative esposizioni collettive, le nuove Triennali d’Arte Contemporanea di Bologna nel
1993 e 1997; la XXII Biennale di scultura di Gubbio nel 1994 e quelle di Palazzo Massari a Ferrara nel 1994
e 1996. Espone nel 1994 e nel 2003 a New York e nel 1995 è presente alla Quarantaseiesima Biennale d’Arte
di Venezia (sezione Grafica) con una versione del menabò del suo libro d’artista “Dieci nell’uno”. Nel 2010
è invitata dal curatore Luciano Caramel a partecipare con una sua grande opera alla collettiva “Scultura
Internazionale a Racconigi, presenze ed esperienze del passato”.