2° tappa verso l’UNESCO: il dibattito su Medioevo e Calendari, Uomini e Tempi, Eventi, Paesaggi e Territori

Il secondo dibattito pubblico sulla candidatura del Marchesato Crotonese a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ospitato da Spazio Aperto alle Nuove Idee, l’evoluzione del progetto Arte sotto i Portici, e sede dove le idee prendono forma, si è svolto a Bologna nel marzo 2024, consolidando l’ideale gemellaggio culturale che può dare energia propulsiva e slancio alla proposta di candidatura nella Tentative List UNESCO.

Al dibattito, moderato da Francesco Cordua, hanno partecipato Domenicantonio Silipo, avvocato, fondatore di Casa Comerci SARL, e Moreno Daini, professore presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, Sezione di Ingegneria del Territorio.

Il dibattito ha evidenziato l’importanza di riconoscere e tutelare i prodotti di qualità del territorio, ispirandosi alla relazione uomo-ambiente del Medioevo per promuovere uno sviluppo sostenibile che valorizzi e protegga le risorse uniche dei nostri territori. In questo senso ha indicato un’ulteriore direzione di sviluppo del progetto di sviluppo territoriale dell’area di Cutro e del Marchesasto del crotonese.

Gli interventi dei partecipanti hanno sottolineato come nel dibattito contemporaneo, spesso si discute del valore della tutela del paesaggio e del riconoscimento dei prodotti di qualità provenienti dai nostri territori. Tuttavia, è essenziale capire come questa tematica affondi le sue radici nel passato, in particolare nel Medioevo, e come possa ispirare il nostro approccio moderno allo sviluppo sostenibile.

Due date chiave nella concezione del tempo e dello spazio segnano il passaggio dal Medioevo all’età Moderna: il 1492, anno della scoperta dell’America, e il 1582, anno dell’introduzione del calendario gregoriano. Questi eventi, a soli 90 anni di distanza l’uno dall’altro, rappresentano un cambiamento radicale nel modo di percepire e organizzare il tempo e lo spazio, il paesaggio e il territorio, nella storia del continente europeo.

Oggi, termini come ambiente, territorio e paesaggio sono spesso usati in modo intercambiabile, ma rappresentano concetti distinti di cui il prof. Daini fornisce delle sintetiche definizioni.

Ambiente: è l’insieme delle risorse biotiche e abiotiche interagenti.

Territorio: è l’insieme delle risorse primarie come terra, acqua, sole e aria che favoriscono la vita della flora e della fauna.

Paesaggio: è la percezione estetica e il risultato delle interazioni tra ambiente biofisico e antropico.

Il paesaggio, dunque, è una manifestazione estetica che riflette il rapporto tra l’uomo e il territorio nel corso della storia. Questo rapporto è stato particolarmente significativo nel Medioevo, quando la città murata forniva protezione e la campagna garantiva l’alimentazione. La trasformazione del paesaggio avveniva lentamente, in armonia con la natura stessa.

Durante il Rinascimento, la percezione della città e della campagna cambiò drasticamente. La città divenne simbolo di civiltà, mentre la campagna era vista come luogo di rozzezza. Il trasferimento degli uomini dalla campagna alla città era considerato, di conseguenza, un processo di civilizzazione.

In questo contesto, il 1576 vide la nomina di una commissione per riformare il calendario, che culminò con l’introduzione del calendario gregoriano da parte di Papa Gregorio XIII. Sebbene questa riforma avesse poco impatto diretto sulla natura, perché la natura continua ad avere i suoi ritmi ed i suoi cicli, la sua introduzione sottolinea come il paesaggio sia un prodotto sociale, dinamico e strettamente legato alle azioni dell’uomo.

Il legame tra paesaggio e prodotti di qualità è evidente nei marchi che identificano i prodotti provenienti da specifici territori, essi infatti sono riconosciuti e apprezzati per le caratteristiche uniche del loro paesaggio d’origine. In questo senso si colloca l’intervento del dott. Silipo, che nell’azienda agricola di famiglia ha recuperato la coltivazione del magliocco canino, vitigno storico e rappresentativo della Calabria, spingendo con la sua iniziativa imprenditoriale anche altri agricoltori a riprendere una coltivazione che era tipica dei loro nonni. Proprio questa caratteristica è alla base del riconoscimento ufficiale dei prodotti di qualità, che se da una parte valorizzano il territorio recuperandone la memoria, dall’altra promuovono anche uno sviluppo sostenibile.

“Lo sviluppo sostenibile è quello che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”, afferma il documento delle Nazioni Unite del 1987 sullo sviluppo economico,

indicando una visione cruciale per la tutela del paesaggio e del territorio, a garanzia che le nostre azioni di oggi non compromettano le risorse per le generazioni future.

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